Vi presento qui una piccola recensione del mio nuovo mezzo, la VDF-2 di Tamiya, di cui, devo dire, sono proprio soddisfatto.
L’ho scelta e l’ho preparata da subito nell’ottica di mettere a punto un telaio “definitivo”. Purtroppo, tempo e denaro a disposizione calano sempre di più e spero quindi che il “gioiellino” sia un investimento, mi dia soddisfazione e mi accompagni a lungo…
Tagliamo corto e andiamo al sodo:
MOTIVI DELLA SCELTA/ASPETTI POSITIVI RISCONTRATI:
- garanzia di qualità (evoluzione della VDF-1)
- qualità generale del progetto e dei materiali
- flessibilità torsionale
- vasta disponibilità di ricambi e hop-up
- vasta disponibilità specifica di parti per la gestione dei rapporti di CS
- assemblaggio senza sorprese; meccanica senza difetti
- sensibilità alle regolazioni
- scorrevolezza e silenziosità da subito
DIFETTI/ASPETTI NEGATIVI RISCONTRATI:
- dato il prezzo, dotazione di serie inferiore alle aspettative
- progetto base del sistema sterzo deludente
A commento degli aspetti positivi, aggiungo giusto due parole riguardo alla varietà di pulegge e cinghie di cui si può disporre. Di serie abbiamo pulegge da 37 sugli assali e 4 pulegge centrali da 18. La configurazione massima di CS che si può ottenere è 40-13 davanti, 20-28 (forse anche 21-28) dietro e 16-24 in mezzo per un CS pari a 3,30! Si può fare praticamente ciò che si vuole.
Partiamo con gli aspetti negativi. Nonostante la indubbia qualità generale, a mio parere il prezzo è allineato alla concorrenza di livello simile, ma comunque elevato; non tornerei indietro, però devo dire che la OTA super modificata che avevo mi era costata meno della metà (parlo del complesso di telaio + accessori) ed il gap tecnico non vale la differenza. C’è da dire che anche un neofita viene ripagato col fatto che è sufficiente seguire le istruzioni di montaggio per non avere brutte sorprese ed ottenere un ottimo risultato facilmente.
Manca un accessorio indispensabile: lo scatto libero anteriore; altri telai di buon livello lo offrono di serie. Consiglio l’originale Tamiya (costa una fucilata, ma è di gran qualità); non ho provato il 3-Racing che è più economico, mentre sconsiglio Eagle (pulegge, cinghie, parti in ergal: OK – parti meccaniche funzionali: KO!).
Un’altra barbonata Tamiya che mi fa veramente incazzare è il fatto di mettere in scatola 3 pezzi di plastica (gli stessi della TA-05) al posto delle torri ammortizzatori e della piastra superiore del bumper: vergognatevi pezzenti! Avrei da ridire anche su altre plastiche, ma lasciamo perdere.
Per il resto si possono buttare soldi per puro piacere come ho fatto io, giusto per avere un po’ di pezzi in ergal che ti fanno godere (
), ma non sono indispensabili. Su tutto, le uniche parti speciali veramente utili che ho montato sono i caster blocks da 10° ed il supporto posteriore dei braccetti con convergenza 0° (banchino 1A) entrambi della Eagle.
Riguardo agli omocinetici anteriori: se si vuole girare in CS sono limitati; dato che però sono parti meccaniche di qualità, ho provato a metterci mano “dremelando” le asole ed assottigliando il colletto del dogbone. Ho recuperato qualche grado arrivando a 50° circa ed il risultato è buono e funziona.
Se si vuole di più, esistono i cardanici della Tobee Craft (fatti proprio per la vdf) che probabilmente proverò; la TN-Racing li fa per le Yokomo, ma vanno adattati; Tamiya li fa per un vecchio tipo di telaio, ma sono corti e bisogna cambiare i bicchierini. Utilizzare altri omocinetici, a mio parere non vale la pena (a meno che uno non li abbia già…), vanno benissimo gli originali modificati.
Veniamo ora alla parte più interessante: lo sterzo.
Entrambe le soluzioni proposte dalle istruzioni di montaggio sono deludenti: gli angoli di sterzo ottenibili sono insufficienti se si vuole girare in CS. Ho provato a variare le geometrie aggiungendo anche i prolunghini ai barilotti, ma senza successo. A quel punto ho intravisto una possibile soluzione e, per evitare di sforacchiare qua e là, mi sono messo al CAD facendo un po’ di simulazioni nel tentativo di affinare l’idea. Così facendo ho trovato una buona soluzione che ho messo in opera con il risultato che vedete in foto e che forse si può adattare anche ad altri telai.
Oltre agli angoli ottenuti (circa 50° - che mi sono sembrati più che sufficienti, anche dopo il test in pista) questa soluzione consente di mantenere dei buoni angoli (più si avvicinano ai 90° e meglio è) tra braccetto e tirante e tra tirante e barilotto, in particolare per la ruota interna, il che è fondamentale per ridurre gli “sbacchettamenti” dovuti ai giochi (effetto che aumenta con più gli angoli si aprono verso i 180°). Anche l’Ackermann è vicino allo zero su tutta la sterzata. Inoltre, così com’è, la soluzione non costa nulla (al limite dovrete trovarvi dei tiranti della lunghezza adatta). Penso sia ulteriormente sviluppabile: ho in mente dei possibili affinamenti che posterò se deciderò di fare.
Grazie per l’attenzione,
.